DISO (LE)
Le origini di Diso sembrerebbero risalire all'età del bronzo, come fa supporre il ritrovamento del menhir "Vardare", di un pugnale del periodo neoliticoe di una pietra con iscrizione messapica.Il paese sarebbe stato fondato nel VIII Secolo A.C., come sede di un centro messapico la cui denominazione, "Dizos", che significa "città fortificata", fa riferimento al suo ruolo difensivo.
Per certo si può affermare che il centro di Diso esisteva già prima dell'XI Secolo, certezza confortata dall'epigrafe esistente sul prospetto dell'attuale chiesa Matrice, la quale sottolinea come l'edificazione della odierna costruzione, sia avvenuta sulle rovine della vecchia chiesa edificata certamente nell'anno 1003.
A partire dall'XI Secolo, la storia di Diso s'intreccia con le vicissitudini della vicina Castro.
Dal 1085, epoca di elevazione di Castro a Contea, fino al 1537 quando le scorrerie turche ridussero Castro in rovina, Diso assunse il ruolo di casale di Castro. Nel XVII secolo, dopo la rovina di Castro, Diso divenne il centro più importante della Contea essendo lo stesso il più popolato ed anche il meglio disposto topograficamente.
Per tutto il Seicento il centro ebbe una grande espansione edilizia ed un accentuato aumento demografico.
La popolazione era dedita esclusivamente all'agricoltura, ma vi erano anche numerosi professionisti quali notai e medici.
Dal XVIII Secolo iniziò una lenta decadenza di Diso dovuta soprattutto a un lungo periodo di siccità che determinò un forte flusso migratorio verso casali più fertili Tuttavia i pochi abitanti rimasti acquistarono nel 1715 le due statue in legno dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, ancora oggi venerate.
Nel 1758 venne eretta una nuova chiesa dando vita ad una rinascita sotto tutti gli aspetti economici.
Questo fu anche il periodo di maggior splendore per il locale Convento dei Frati Cappuccini.
L'inizio dell'Ottocento, segnò l'inizio di una nuova epoca per Diso, che grazie alle leggi napoleoniche del 1806, si vide elevare a capoluogo di comune con le frazioni di Marittima e Castro.
Per oltre un Secolo, i tre centri hanno fatto vita in comune con le maggiori attività convogliate a Diso sino a quando le frazioni sono divenute più grandi del capoluogo che ha dovuto, nel corso degli anni, concedere ai due centri diversi uffici e servizi.
Diverse nel corso dei decenni sono state le battaglie, molto spesso campanilistiche, tra i tre centri, che sono state quasi sempre risolte anche se con molti compromessi sino al 1977, anno in cui Castro, ottenuta l'autonomia, è divenuto comune autonomo.
Dal 1977, Diso continua la sua storia comunale con la sola frazione di Marittima.
Architetture religiose
Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, fu riedificata nel 1758 sul luogo dell'antica chiesa parrocchiale risalente all'XI secolo.Fu realizzata dai copertinesi Preite, una delle famiglie di costruttori salentini più attiva e richiesta in Terra d'Otranto nel XVIII secolo.
La facciata incarparo è caratterizzata da un semplice portale d'ingresso affiancato da due nicchie nella quale sono raffigurati i santi protettori. Il campanile, lesionato dall'uragano del 10 settembre 1832, fu sostituita nel 1903, sul progetto di Gennaro Bacile di Castiglione, da quello attuale, alto venticinque metri.
L'interno, a croce latina, accoglie gli altari dedicati a san Francesco di Paola, a Sant'Agata e Santa Lucia, alla Madonna del Carmine e all'Immacolata.
Nel transetto vi sono l'altare della Madonna del Rosario e quello di Sant'Anna.
L'abside, arricchita dal coro ligneo e dalle tele raffiguranti il Martirio dei Santi Filippo e Giacomo, San Pietro, San Paolo, l'Uccisione di Abele e ilSacrificio di Abramo, è dominato dall'altare maggiore dedicato agli apostoli Filippo e Giacomo.Chiesa dell'Immacolata, fu costruita nel 1664 durante l'episcolato di Annibale Sillano (Vescovo di Castro dal 6 Ottobre 1653 al Febbraio 1666), come indica lo stemma presente tra il finestrone e il portale della facciata.
Il semplice prospetto, inquadrato fra due robuste paraste angolari, possiede un portale d'ingresso barocco, decorato sulla sommità da foglie d'acanto disposte a pigna e da una croce.
L'interno, ad aula unica rettangolare, è caratterizzato lungo il perimetro dagli scanni in legno per i priori e per i confratelli.
La chiesa è infatti sede, fin dalla costruzione, della Confraternita dell'Immacolata ed è tuttora officiata a cura della stessa.
Lungo le pareti laterali una serie di medaglioni dipinti su tela con cornici scolpite in pietra illustrano i momenti della vita di Maria.
L'altare maggiore, in pietra leccese policroma, è dominato da una grande pala raffigurante la Vergine Immacolata tra santi.
Chiesa di San Francesco d'Assisi, è annessa all'ex convento dei Frati Cappuccini, edificato tra il 1614 e il 1619.
La chiesa venne consacrata nel 1658, come risulta da due epigrafi.
Il convento ospitò una comunità numerosa di frati Cappuccini e fu anche sede di studi teologici.
Nel 1866 venne soppresso e due anni dopo l'Amministrazione Comunale lo acquistò ed ottenne in uso la chiesa, riaperta al culto il 10 Ottobre 1961 dopo un accurato restauro.
La facciata fu realizzata nel 1773 in stile barocco. Possiede un campanile a vela.
L'interno con pianta a doppia navata, risponde ai dettami dell'architettura cappuccina che prevede una navata principale funzionale al servizio del culto e della liturgia e una seconda, più piccola, atta a ospitare le cappelle con gli altari laterali.
Cappella di Sant'Oronzo, fu edificata nel 1658 per devozione di Francesco Costantini.
È anche alla Vergine Maria, a San Giuseppe e a San Gaetano da Thiene come riporta l'iscrizione sul portale.
La piccola facciata si compone di un portale posto in asse con una finestra ed è coronata da una campanile a vela.
L'interno, ad aula unica, presenta una copertura a stella di tipo alla leccese.
Ospita un solo altare su cui sono affrescate le immagini dei titolari.
La chiesa è annessa al seicentesco palazzo De Blasi. Nella piazza antistante è presente una seicentesca colonna di Sant'Oronzo in pietra leccese.
Menhir Vardare
Il Menhir fu rinvenuto nel 1980.Presenta una superficie corrosa con due croci graffite sul lato est.
Sul braccio orizzontale del megalite, alto 1.73 metri, si trova una canaletta con una buca probabile sede di una croce.
Un'altra buca e una croce incisa si trovano sul lato a ovest del braccio verticale.
Il menhir prende il suo nome dal fondo in cui è situato.
Eventi
Frazioni
MarittimaÈ situata a sud del capoluogo comunale, da cui dista 2 km. La parte del paese che si affaccia sulla costa è denominata Marina di Marittima.